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Analizzare gli errori 404: non sono solo errori, sono indizi su cosa sistemare, creare o difendere

Photo by Kostiantyn Li on Unsplash
Oggi ho fatto una cosa che consiglio a chiunque gestisca un sito: ho controllato la lista dei 404.
Non per fissarmi sui “problemi tecnici”, ma per cercare spunti editoriali, segni di attenzione mancata, o tentativi di attacco.
Negli errori 404 – ovvero le pagine non trovate – c’è sempre qualcosa da imparare.
Ogni URL sbagliata visitata da qualcuno (o da qualcosa) racconta una storia: una pagina che non c’è più, un contenuto cercato, un file vulnerabile, un’opportunità mancata.
Tengo un occhio su questi dati perché rappresentano una specie di checkup del sito: mostrano errori, certo, ma anche direzioni in cui i visitatori (o i bot) stanno cercando di andare.
È un modo per capire se qualcosa sfugge alla mia gestione, se c’è una domanda non intercettata, o se c’è un comportamento sospetto da tenere d’occhio.
Indice dei contenuti
1. Cosa ci dicono i 404 se li guardi da editor
I 404 sono contenuti negativi, ma pieni di informazioni. Non sono rumore di fondo: sono segnali. Quando gestisci contenuti, i 404 ti aiutano a rispondere a queste domande:
Cosa sistemare
- Un vecchio link interno che porta a una pagina eliminata?
- Un link sbagliato in un guest post, una newsletter o un PDF?
- Una risorsa rinominata senza redirect?
Questi 404 ti avvisano che c’è qualcosa che hai lasciato indietro. Sistemarlo migliora l’esperienza utente, la SEO e la credibilità del sito.
Cosa creare
- Qualcuno cerca un
/wordpress-installazione
che non esiste? Forse serve una sitemap tematica. - Vedi molte visite a una pagina tipo
pi.php
otest.php
che non hai mai avuto? Forse c’è interesse (o confusione) su un contenuto che potresti realmente offrire. - Un vecchio contenuto ancora riceve visite, ma ora è un 404? Potresti riscriverlo in modo aggiornato.
In questo senso, un 404 può essere l’inizio di un contenuto nuovo, costruito su una domanda che già esiste.
Da cosa difenderti
- Se vedi tentativi di accesso a
.env
,phpinfo.php
,.aws/credentials
,.vscode/sftp.json
ecc.
→ significa che i bot stanno testando la tua sicurezza.
Non serve allarmarsi, ma vale la pena usare i 404 per capire cosa vogliono colpire. Può aiutarti a rafforzare i punti deboli o a proteggere cartelle dimenticate.
Questa lettura strategica è utile sia per i team editoriali che per chi lavora in solitaria. Personalmente, ogni volta che faccio questo controllo, mi segno due o tre spunti da affrontare nei giorni successivi: magari una pagina da aggiornare, una sitemap da rigenerare, o un redirect da impostare.
Alcuni esempi reali (presi oggi dal mio sito)
sitemap_index.xml
– forse un plugin ha cambiato percorso. Da sistemare.
phpinfo.php
, .env
, config.json
– tentativi automatici di attacco. Da bloccare a livello server.
pi.php
, i.php
, test.php
– link interni errati o risorse test lasciate online. Da ripulire.
Perché i 404 servono anche a chi non è “tecnico”
Chi lavora con i contenuti spesso non guarda i log. Ma dovrebbe.
Perché:
- Un contenuto rotto è un’occasione persa: chi ci clicca si perde, e magari non torna più.
- Un contenuto mancante ma cercato è una richiesta: e ogni richiesta è un’idea di articolo.
- Un contenuto pericoloso è un avviso: e avere il controllo è meglio che scoprirlo troppo tardi.
Se usi strumenti come Search Console, plugin SEO o un hosting con accesso ai log, puoi iniziare a leggere questi dati anche senza essere uno sviluppatore.
Basta esportare gli errori, ordinarli per frequenza, e guardare i pattern: cosa viene cercato? quanto spesso? da chi?
Cosa fare dopo averli letti
I 404 non sono la fine di qualcosa: sono l’inizio di un’azione utile.
Ecco un mini piano operativo:
- Verifica quali sono i 404 più frequenti
- Categorizzali: link rotti, contenuti cercati, tentativi sospetti
- Sistema i link, crea redirect, scrivi nuovi contenuti o blinda l’accesso
- Ripeti ogni mese: perché il sito cambia, e chi lo visita anche
Conclusione: ottenere il meglio dagli errori 404
I 404 non vanno ignorati. Né delegati solo ai tecnici.
Se lavori con i contenuti, analizzarli ti rende più consapevole di cosa funziona, cosa manca e dove intervenire.
In fondo, sono come piccoli segnali di fumo: sta a te interpretarli — prima che diventino fuochi da spegnere.
Se gestisci un blog, un ecommerce o anche solo una piccola vetrina, prova a guardare i tuoi 404 una volta al mese.
Ti sorprenderà quanto parlano. E quante cose suggeriscono — anche quelle che non avevi ancora considerato.
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