Analizzare gli errori 404: non sono solo errori, sono indizi su cosa sistemare, creare o difendere

errori 404: non sono solo errori, sono indizi su cosa sistemare, creare o difendere

Oggi ho fatto una cosa che consiglio a chiunque gestisca un sito: ho controllato la lista dei 404.
Non per fissarmi sui “problemi tecnici”, ma per cercare spunti editoriali, segni di attenzione mancata, o tentativi di attacco.

Negli errori 404 – ovvero le pagine non trovate – c’è sempre qualcosa da imparare.
Ogni URL sbagliata visitata da qualcuno (o da qualcosa) racconta una storia: una pagina che non c’è più, un contenuto cercato, un file vulnerabile, un’opportunità mancata.

Tengo un occhio su questi dati perché rappresentano una specie di checkup del sito: mostrano errori, certo, ma anche direzioni in cui i visitatori (o i bot) stanno cercando di andare.
È un modo per capire se qualcosa sfugge alla mia gestione, se c’è una domanda non intercettata, o se c’è un comportamento sospetto da tenere d’occhio.

1. Cosa ci dicono i 404 se li guardi da editor

I 404 sono contenuti negativi, ma pieni di informazioni. Non sono rumore di fondo: sono segnali. Quando gestisci contenuti, i 404 ti aiutano a rispondere a queste domande:

Cosa sistemare

  • Un vecchio link interno che porta a una pagina eliminata?
  • Un link sbagliato in un guest post, una newsletter o un PDF?
  • Una risorsa rinominata senza redirect?

Questi 404 ti avvisano che c’è qualcosa che hai lasciato indietro. Sistemarlo migliora l’esperienza utente, la SEO e la credibilità del sito.

Cosa creare

  • Qualcuno cerca un /wordpress-installazione che non esiste? Forse serve una sitemap tematica.
  • Vedi molte visite a una pagina tipo pi.php o test.php che non hai mai avuto? Forse c’è interesse (o confusione) su un contenuto che potresti realmente offrire.
  • Un vecchio contenuto ancora riceve visite, ma ora è un 404? Potresti riscriverlo in modo aggiornato.

In questo senso, un 404 può essere l’inizio di un contenuto nuovo, costruito su una domanda che già esiste.

Da cosa difenderti

  • Se vedi tentativi di accesso a .env, phpinfo.php, .aws/credentials, .vscode/sftp.json ecc.
    → significa che i bot stanno testando la tua sicurezza.

Non serve allarmarsi, ma vale la pena usare i 404 per capire cosa vogliono colpire. Può aiutarti a rafforzare i punti deboli o a proteggere cartelle dimenticate.

Questa lettura strategica è utile sia per i team editoriali che per chi lavora in solitaria. Personalmente, ogni volta che faccio questo controllo, mi segno due o tre spunti da affrontare nei giorni successivi: magari una pagina da aggiornare, una sitemap da rigenerare, o un redirect da impostare.

Alcuni esempi reali (presi oggi dal mio sito)

sitemap_index.xml – forse un plugin ha cambiato percorso. Da sistemare.

phpinfo.php, .env, config.json – tentativi automatici di attacco. Da bloccare a livello server.

pi.php, i.php, test.php – link interni errati o risorse test lasciate online. Da ripulire.

Perché i 404 servono anche a chi non è “tecnico”

Chi lavora con i contenuti spesso non guarda i log. Ma dovrebbe.
Perché:

  • Un contenuto rotto è un’occasione persa: chi ci clicca si perde, e magari non torna più.
  • Un contenuto mancante ma cercato è una richiesta: e ogni richiesta è un’idea di articolo.
  • Un contenuto pericoloso è un avviso: e avere il controllo è meglio che scoprirlo troppo tardi.

Se usi strumenti come Search Console, plugin SEO o un hosting con accesso ai log, puoi iniziare a leggere questi dati anche senza essere uno sviluppatore.
Basta esportare gli errori, ordinarli per frequenza, e guardare i pattern: cosa viene cercato? quanto spesso? da chi?

Cosa fare dopo averli letti

I 404 non sono la fine di qualcosa: sono l’inizio di un’azione utile.

Ecco un mini piano operativo:

  1. Verifica quali sono i 404 più frequenti
  2. Categorizzali: link rotti, contenuti cercati, tentativi sospetti
  3. Sistema i link, crea redirect, scrivi nuovi contenuti o blinda l’accesso
  4. Ripeti ogni mese: perché il sito cambia, e chi lo visita anche

Conclusione: ottenere il meglio dagli errori 404

I 404 non vanno ignorati. Né delegati solo ai tecnici.
Se lavori con i contenuti, analizzarli ti rende più consapevole di cosa funziona, cosa manca e dove intervenire.
In fondo, sono come piccoli segnali di fumo: sta a te interpretarli — prima che diventino fuochi da spegnere.

Se gestisci un blog, un ecommerce o anche solo una piccola vetrina, prova a guardare i tuoi 404 una volta al mese.
Ti sorprenderà quanto parlano. E quante cose suggeriscono — anche quelle che non avevi ancora considerato.

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