API (Application Programming Interface)

Un’API è un insieme di regole e strumenti che permette a due applicazioni software di comunicare tra loro. In pratica, è come un interprete che consente a programmi diversi di “parlare la stessa lingua” anche se sono costruiti in modi differenti.

Come funziona?

Quando un’app ha bisogno di dati o servizi da un’altra applicazione, invia una richiesta all’API, che poi restituisce una risposta con le informazioni richieste. Queste richieste e risposte seguono formati standard, spesso in JSON o XML, per essere facilmente comprese da entrambe le parti.

🔍 Esempio:
Immagina di usare sito di viaggi che mostra mappe e previsioni meteo:

• Per la mappa, il sito invia una richiesta all’API di Google Maps.
• Per il meteo, invia una richiesta all’API di un servizio meteorologico.

In entrambi i casi, le API forniscono i dati necessari senza che lo sviluppatore debba costruire mappe o raccogliere dati meteo da zero.

Tipi di API comuni:

• REST: Le più diffuse, facili da usare e basate su HTTP (lo stesso protocollo dei siti web).
• GraphQL: Permette di richiedere solo i dati necessari, migliorando l’efficienza.

Perché sono importanti?

• Risparmio di tempo: Gli sviluppatori possono integrare funzionalità già esistenti.
• Standardizzazione: Le API seguono regole comuni, rendendo più semplice la collaborazione tra sistemi diversi.
• Scalabilità: Consentono di aggiungere nuove funzioni alle applicazioni in modo modulare.

📄 Risorse utili:

• Vuoi vedere un esempio pratico di utilizzo di un’API in WordPress tramite la creazione di uno shortcode? Dai un’occhiata qui.
• Cerchi una raccolta di API gratuite per fare delle prove? Qui trovi un elenco interessante.

💡 In breve: Un’API permette alle applicazioni di scambiarsi dati e servizi in modo semplice e strutturato, facilitando lo sviluppo e l’integrazione di nuove funzionalità.